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TERAPIA PER GENITORI E GIOVANI OMOSESSUALI A ROMA

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LA  TERAPIA CON GENITORI DI FIGLI OMOSESSUALI

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Ancora oggi i genitori di giovani omosessuali incontrano moltissime difficoltà e tantissimi problemi. Questi genitori troppo spesso si trovano nel buio, non sanno cosa fare e soprattutto sono presi dalla paura di sbagliare.

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La terapia con loro li deve informare, rafforzare e seguire su tre ordini di problemi:

- il rapporto con i figli nel loro percorso di scoperta della propria identità sessuale;

- l’affiancamento ai figli in tutti i problemi che la scoperta della propria identità sessuale crea con la società;

- le difficoltà nel rapporto con la società che i genitori incontrano per le scelte di orientamento sessuale dei figli.

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La terapia che svolgo ha lo scopo di fornire le necessarie informazioni, sfatare tabù e pregiudizi, e soprattutto favorire e sviluppare un dialogo sempre più intenso tra figli e genitori, perché i figli possano manifestare quello che sono, i genitori possano accoglierli e gli uni e gli altri possano esprimere quello che sentono.

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OBIETTIVI TERAPEUTICI DEI GENITORI

La terapia si concentra inizialmente sul far prendere coscienza ai genitori della propria realtà. I genitori non devono assolutamente sentirsi in colpa né scaricare colpe e rifiuti sul figlio/a.

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Gli obiettivi terapeutici sono:

- sviluppare e facilitare la comunicazione genitori-figli, perché il silenzio e il non detto feriscono e peggio ancora uccidono (purtroppo anche concretamente);

- sulla base del dialogo sempre più intenso i genitori devono arrivare ad accettare e ad amare i propri figli così come sono imparando a non vergognarsi, a non colpevolizzarli e a non colpevolizzarsi;

- in questo modo sviluppare la vicinanza, e combattere l’allontanamento, per dialogare e risolvere insieme le inevitabili difficoltà.

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COME SI SVOLGE LA TERAPIA

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L’incontro terapeutico prima di tutto mira a una conoscenza approfondita dei genitori e della famiglia, in particolare del figlio/a.

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Il passo successivo è quello di affrontare il problema del coming out: come e quando i genitori hanno appreso delle scelte di identità sessuale del figlio/a, se c’è stato un esplicito coming out, quanto lo hanno accettato, e le eventuali difficoltà ad accettarlo.

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Sono necessari almeno tre incontri (ciascuno di 1 ora e mezza) per affrontare questi primi punti. La terapia su questa base iniziale proseguirà anche, se necessario, con il coinvolgimento del figlio/a per verificare il clima familiare in contesto ‘protetto’ come quello della terapia.

 

Se sarà necessario, si possono prevedere anche incontri individuali con ciascun componente della famiglia e in particolare con il figlio/a.

In una fase più avanzata sarà proposto e favorito l’incontro con altre famiglie che hanno problematiche analoghe.

TERAPIA PER GIOVANI OMOSESSUALI

Questi devono affrontare atteggiamenti rifiutanti e discriminatori, pregiudizi, violenza fisica e verbale nella società, compresa la famiglia. Spesso si trovano da soli, privi di sostegno, emarginati anche nella stessa famiglia, da cui invece si aspettano il sostegno. Si sentono soli, con possibili conseguenze per la salute fisica e psichica.

COMPITI  DELLA TERAPIA

Bisogna innanzi tutto spiegare a questi pazienti che l’omosessualità non è una malattia mentale, ma che è un modo di vivere la sessualità.

La terapia deve quindi:

  • spiegare che cosa è l’orientamento sessuale e che questo si estende lungo un continuum ai cui estremi c’è omosessualità ed eterosessualità;

  • combattere i sensi di colpa verso la condizione di omosessualità;

  • sfatare l’idea che l’omosessualità sia è una condizione che non è modificabile e che derivi da dinamiche familiari disturbate;

  • affrontare eventuali sensi di colpa, inadeguatezza, inferiorità;

  • combattere l’omofobia interiorizzata, soprattutto in quei soggetti appartenenti a famiglia conservatrici e “bigotte”;

  • costruire un’alleanza con la famiglia;

  • favorire il coming out, che avviene prima di tutti con se stessi;

  • comprendere le problematiche lavorative di questi soggetti;

  • affrontare i rischi dell’HIV e dell’AIDS.

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