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TERAPIA PER GENITORI E GIOVANI TRANSGENDER A ROMA

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LA  TERAPIA CON GENITORI DI FIGLI TRANSGENDER

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Tutti noi desideriamo essere visti per ciò che siamo davvero, e che la nostra identità di genere sia accettata dalle persone che sono importanti per noi. L’identità di genere riguarda come ci sentiamo, come si sente la nostra mente, come ci pensiamo in quanto maschi, femmine, sia maschi che femmine, o né maschi né femmine.

La diversità di genere presuppone che non ci sia un solo modo di essere uomo o di essere donna; è importante che quello che era chiamato dai terapeuti ‘disturbo dell’identità di genere’ ora sia definito ‘disforia di genere’. Infatti l’identità di genere non è statica, ma piuttosto fluida e può andare incontro a fluttuazioni nel corso della vita.

 

L’importante è che i giovani transgender o gender variant (chi esprime il proprio genere in modo diverso dalle comuni aspettative) possano crescere in ambienti che li comprendono e li supportano. Questa non è una cosa facile, perché purtroppo la maggior parte delle persone è a disagio rispetto alla disforia di genere e alla fluidità di genere in quanto non riesce a stabilire con chiarezza se qualcuno è uomo o donna.

 

L’adolescente transgender o gender variant va aiutato e accompagnato nella decisione di dichiararsi agli altri, prima di tutto alla famiglia. La terapia serve a supportarlo nella decisione di esporsi, ma soprattutto serve ad aiutarlo nelle prime fasi di consapevolezza, quando cioè inizia il ‘riconoscimento’ della diversità. Poi verranno il coming out, la decisione della terapia ormonale, e successivamente l’intervento chirurgico. I giovani che si scoprono transgender devono affrontare una dura battaglia con i genitori che molto spesso non sanno nemmeno cosa sia l’identità di genere. Il rifiuto della famiglia può provocare nel giovane perdita di autostima,  abuso di sostanze, sessualità occasionale con conseguenze di HIV, disturbi alimentari, autolesionismo, depressione spesso accompagnata da pensieri di suicidioIl supporto familiare dell’adolescente produce maggiore autostima anche negli anni successivi. Adolescenti incoraggiati a essere quello che sono e che si sentono amati incondizionatamente sono senz’altro meno problematici e più sicuri di sé di quelli che non godono di questo sostegno.

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SOSTEGNO E COMPITO DEI GENITORI

Il coming out di un giovane coinvolge sempre l’intera famiglia.

 

Essa deve essere informata innanzi tutto su temi quali l’identità di genere e la disforia. Deve avere una vigilanza massima sul possibile malessere del figlio/a (depressione, isolamento, disturbi alimentari, abuso di sostanze, autolesionismo).

 

I genitori devono cercare gruppi di supporto per se stessi e per i figli, in modo tale che incontrando  e confrontandosi con  altre persone con lo stesso problema possano condividerlo e tranquillizzarsi, non sentendosi isolati ma affrontandolo insieme.     

TERAPIA PER GIOVANI TRANSGENDER

Non c’è sempre corrispondenza tra sessualità biologica e quella psicologica: il soggetto transgender ha bisogno di essere riconosciuto e considerato per il genere psicologico a cui sente di appartenere.

 

Questa è la ‘disforia di genere’, che dal 2013, secondo il Manuale di Psichiatria non è più considerata una patologiaI transgender non sono persone che hanno un difetto rispetto agli individui cosiddetti ‘normali’, sono però esposti più degli altri alla critica sociale, col rischio di depressioni, atti di autolesionismo, disturbi dell’alimentazione, bullismo.

 

In mancanza di sostegno dalla famiglia questi problemi possono aumentare, fino purtroppo al tentativo di suicidio.

 

I soggetti transgender vanno accettati e riconosciuti a partire da quando prendono coscienza del problema, poi quando decidono di uscire allo scoperto e infine quando intraprendono il percorso di transizione di genere.

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SOSTEGNO AL GIOVANE TRANSGENDER E ALLA SUA FAMIGLIA

 

Quando ancora non si ha consapevolezza del disagio, possono già subentrare angoscia, attacchi di panico, insonnia, inappetenza, senso di smarrimento, ritiro sociale.

 

Poi segue la fase di consapevolezza del disagio (maschio o femmina?). Nasce allora il desiderio di voler essere una persona diversa e di parlare con qualcuno per comprendere cosa sta accadendo. Di qui il bisogno di uscire allo scoperto, coming out, con la famiglia e di cercare un sostegno terapeutico per se stessi, compresa la famiglia.

 

Il sostegno è opportuno per almeno uno dei  genitori, a partire da quando compare la consapevolezza della non conformità di genere. Una buona alleanza tra loro e la famiglia favorisce il superamento delle varie forme di turbamento interno.

COME SI SVOLGE LA TERAPIA

  • Durante i primi colloqui si affrontano problemi di ansia, disorientamento, possibile rifiuto di fronte alla realtà inaccettabile. Poi capire come il contesto scolastico ha reagito
     

  • Elaborazione delle emozioni (rifiuto, vergogna, rabbia), da parte dei  genitori affinchè non pensino subito a soluzioni correttive/educative, per correggere comportamenti ‘sbagliati’
     

  • Sviluppare tra loro l’empatia
     

  • Rafforzare il legame tra di loro per superare il rifiuto, la distanza, il dolore, la vergogna, la paura dello stigma sociale
     

  • Favorire gli incontri con soggetti e gruppi con lo stesso problema. Il gruppo può essere una spazio condiviso ne quale trovare sostegno al dolore    

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