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TERAPIA

FAMILIARE ROMA

La Terapia Familiare svolta a Roma dalla Dott.ssa Maria Adelaide Caponigro è una psicoterapia che si svolge tramite incontri a cui partecipano tutti i membri della stessa famiglia; insieme al terapeuta si cerca di capire come la storia delle relazioni familiari ha generato sofferenza, incomprensioni o un sintomo di natura psichica o fisica in un componente della famiglia stessa.

 

In terapia tutte queste difficoltà vengono contestualizzare e comprese nel loro significato alla luce di più livelli di osservazione: la storia evolutiva della famiglia, la fase che sta attraversando, le storie personali dei suoi componenti e delle rispettive famiglie di origine. La terapia familiare si occupa anche dei problemi che in genere la famiglia deve affrontare: lutti, separazioni, la gestione delle malattie di uno dei suoi componenti, trasferimenti, licenziamenti, l’adolescenza dei figli.

 

I problemi nascono o si esasperano quando la famiglia deve affrontare eventi particolarmente stressanti; il clima familiare ne risente e le relazioni si caricano di confusione, conflittualità, rabbia, disperazione. Alle sedute di terapia svolte nella due sedi di Roma della dott.ssa Caponigro sono convocati tutti i membri della famiglia o solo la coppia o anche i figli separatamente, a discrezione del terapeuta. Questo dipende dalle fasi e dagli obiettivi della terapia.

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La Terapia Familiare è molto indicata nelle difficoltà della coppia, soprattutto in relazione al disagio di un figlio adolescente che spesso finisce per diventare il paziente designato.

 

La terapia permette alla famiglia di osservare ciò che sta vivendo sotto nuovi punti di vista e insieme al terapeuta scoprire le risorse necessarie per affrontare le sue problematiche.

 

Il percorso terapeutico inizia con almeno tre incontri, cui segue una terapia della durata di qualche mese che prevede sedute di 1 ora e mezza ogni 15 giorni.

IL PAZIENTE DESIGNATO ATTIVITÀ CLINICA

©Quadro- Jack Vettriano

È il soggetto che in una famiglia disfunzionale manifesta inconsapevolmente i conflitti interni alla famiglia attraverso un comportamento problematico o un disagio psicologico. Si fa carico di tutte le problematiche relazionali e affettive familiari, in genere della conflittualità tra i genitori.

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Il suo disagio serve a tenere insieme la famiglia che si mantiene unita concentrandosi sui problemi del figlio anziché su quelli che assediano il gruppo familiare, evitando di affrontarli. Il figlio può soffrire di attacchi di panico, crisi ansiose, disturbi del comportamento alimentare,  presentare condotte devianti ecc. Il paziente designato può essere il "figlio più amato", quello su cui i genitori hanno riposto aspettative grandiose e di salvezza di un naufragio coniugale.

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A quel figlio si dà "mandato" di manifestare la propria problematicità a seguito di un’educazione iperprotettiva e ipercontrollata con il risultato che sin da piccolo si sentirà e sarà considerato inadeguato e incapace; potrebbe anche ammalarsi spesso.

 

Regole severe, rigidità morale, controllo, svalutazione, rappresentazione di un mondo esterno ostile sono il messaggio che la famiglia passa al paziente designato, che proprio attorno a queste convinzioni costruisce il suo mondo interno e il suo problema.  

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Quando il paziente designato inizia una terapia l’intervento, anche se richiesto, può essere vissuto dalla famiglia come un’invasione del sistema familiare che difende a tutti i costi il suo equilibrio disfunzionale. Il sistema familiare non deve perdere l’elemento cardine che lo tiene in piedi e tutto sommato unito.

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Se il paziente designato mostra un miglioramento e accenna a svincolarsi dalla famiglia, questa può arrivare a sabotare la terapia
 

  •  facendo in modo che il paziente designato abbandoni la terapia

  •  svalutando ai suoi occhi il terapeuta

  •  cercando di invadere lo spazio terapeutico e di controllare o manipolare il terapeuta.

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Quando il sintomo si attenua può accadere che in famiglia scoppi qualcosa di drammatico: che sorgano ostacoli o interruzioni alla guarigione del paziente designato, o addirittura nasca  un nuovo paziente prodotto dal sistema.

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È perciò difficile per il terapeuta aiutare il paziente (spesso dipende economicamente dalla famiglia), che, come si è detto, contribuisce a fare in modo che il sistema non cambi. 

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Il terapeuta si assume l’obiettivo di ristrutturare i rapporti all’interno della famiglia facendo emergere il conflitto che il paziente designato denuncia e nasconde allo stesso tempo. Quando viene a mancare la necessità di mantenere la coesione familiare il paziente può riuscire a svincolarsi e a trovare la libertà di agire autonomamente.

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È possibile prenotare una terapia familiare a Roma nelle due sedi della dott.ssa Caponigro: a Roma sud in zona Eur o Roma nord in zona Corso Trieste.

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